La “Collezione” inizia con l’uscita della Miscellanea di Opuscoli inediti o rari dei secoli XIV e XV. Prose. Volume primo (Torino, Dall’Unione Tipografico-Editrice, 1861), compilata da diversi membri della Commissione con un Proemio di Francesco Zambrini, il primo presidente dell’istituto (1860-1885) ed ha toccato con il vol. 170 (Scipio Slataper, Il mio Carso, a cura di Roberto Norbedo, Bologna, Pàtron, 2019) anche un autore del Novecento. Si è caratterizzata, fin dall’origine, per una selezione di opere di ampio respiro e dimensione, riferibili ai nostri classici (Dante, Petrarca, Boccaccio, Guicciardini, Tasso) o ad altri importanti scrittori (Guittone, Boiardo, Tassoni), ma anche ad autori minori o a testi anonimi (L’Intelligenza); spesso le sue edizioni hanno presentato raccolte miscellanee di rimatori antichi tratte da prestigiosi codici (si ricordino solo Le Rime del Codice Isoldiano della Biblioteca Universitaria di Bologna pubblicate da Lodovico Frati nel 1913, 2 voll., Bologna, Romagnoli-Dall’Acqua). La collana, che si segnala per il suo formato rilegato e non tascabile (17×24 o talvolta superiore), è edita e distribuita da Pàtron editore in Bologna.
La Commissione per i testi di lingua è un'associazione bolognese, ma con caratteri nazionali, fondata a Bologna nel 1860 dall'allora governatore delle Provincie dell'Emilia, Luigi Carlo Farini, e dal ministro della Pubblica istruzione, Antonio Montanari, al fine di reperire e diffondere, con la pubblicazione, le opere degli scrittori italiani del Trecento e del Quattrocento. Nel tempo, col lento mutare dei propositi culturali, e con l'avvicendarsi di dieci presidenti, il primo dei quali fu Francesco Zambrini, i caratteri e gli scopi della Commissione cambiarono profondamente.
Costruzione e grafica di Federica Missere, testi di Andrea Campana.